André-Robert Andréa de Nerciat
Télescope de Zoroastre
ou
Clef de la grande Cabale
divinatoire des Mages
Ouvrage présenté, définitivement restitué
à son auteur légitime et annoté
par
Alexandre de Dánann
2008, pp. 191, ill.
Nel 1796 in Francia uscì un’opera anonima e senza indicazione di luogo, intitolata Télescope de Zoroastre, ou Clef de la grande Cabale divinatoire des Mages, la cui edizione fu limitata a cinquanta copie.
«Questa rarissima opera, sconosciuta alla maggior parte degli occultisti, e contro la quale l’abate Augustin Barruel si è vivacemente sollevato, è interessante e profonda, a dispetto del suo strano titolo. Tratta infatti di alta Cabala e dei rapporti dell’uomo con le Intelligenze celesti. […] Sette grandi tavole cabalistiche fuori testo permettono al lettore di fare uso di questa preziosa opera.» (Caillet, III, 11602).
L’autore di «questa rarissima opera quasi sconosciuta» è in realtà il «troppo noto Andréa de Nerciat, autore di Félicia ou mes fredaines. » (Dorbon, 3234). Questa specie di Tarocco, che fu lo strumento di una profezia sulla sorte di Luigi XVI, è costituito da 112 esagoni che compongono uno specchio, meta finale del procedimento cabalistico, alla formazione del quale contribuiscono principi, spiriti, intelligenze e numeri.
Se in Francia la storia di questo testo si limitò a questa prima e unica edizione, in Germania esso ebbe un destino diverso. La traduzione tedesca apparsa nel 1797 fu ristampata nel 1846 e nel 1857 dall’editore Scheible nella celebre raccolta Das Kloster; nel Novecento, certe sue caratteristiche si unirono alle esigenze ideologiche degli ariosofi: nel 1933 esso fornì materia all’opera Die wahrsagende Kabbala der Magier: die Kabbala des Zoroaster (La Kabbala divinatoria dei magi. La Kabbala di Zoroastro) di Karl Kern, un teosofo tedesco divenuto ariosofo.
Alexandre de Dánann stabilisce in maniera definitiva che l’autore del Télescope de Zoroastre è proprio il barone André-Robert Andrea de Nerciat (1739-1800), nato a Digione ma di origine italiana, «ultimo rappresentante del romanzo erotico», che Sarane Alexandrian definisce «un personaggio spirituale, colto, conoscitore di diverse lingue, appassionato di musica […] la cui fisionomia è quella di un avventuriero mondano cosmopolita».
Invitato nel 1780 dal langravio Federico II di Hesse Cassel (1720-1785), il barone Nerciat fu nominato consigliere e vicebibliotecario. Faceva parte di una loggia massonica “eclettica”, come Jean-Pierre Louis Luchet, marchese di La Roche du Maine (1739-1792). Lasciò il suo posto nel 1782 per offrire i suoi servigi al principe di Hesse Rheinfels Rothenburg come direttore edile.
Tornato in Francia, riprese la carriera militare e fu incaricato di alcuni missioni diplomatiche in Olanda, Austria e Boemia. Nel 1792, quando era colonnello nell’esercito prussiano, fu mandato a Parigi dal duca di Brunswick per cercare di ottenere delle garanzie sulla vita di Luigi XVI. Divenne agente segreto: in qualità di ciambellano della regina di Napoli Maria Carolina, fu incaricato di una missione segreta presso il papa, ma fu arrestato dai Francesi e imprigionato per tradimento in Castel Sant’Angelo. Liberato nei primi giorni del 1800, morì poi a Napoli delle conseguenze della prigionia.
Alexandre de Dánann arricchisce la sua presentazione di notizie singolari e poco note riguardanti soprattutto i rapporti del barone di Nerciat con il mondo delle società segrete d’Europa, nonché di divertenti aneddoti.
Alexandre de Dánann (www.alexandrededanann.net) è il “nome di penna” di una coppia di liberi ricercatori italiani, autori di diverse opere pubblicate dalle Edizioni Archè di Milano.
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