Alexandre de
Dánann
Les Secrets de la Tara Blanche
Lettres d'un
Lama occidental à Jean Reyor
2003, pp. 240, ill.
Questo
libro ci presenta degli estratti di un carteggio di eccezionale valore,
tenuto, negli anni 1935-45, fra Jean Reyor (1905-1988), amico e “persona
di fiducia” di René Guénon, e Jean Calmels, misterioso personaggio noto
come “il lama” e indicato dallo stesso Reyor come « un individuo che
aveva avuto relazioni dirette con diverse scuole orientali » e che
possedeva « una vasta conoscenza di cose di ordine iniziatico ».
Effettivamente, come ci rivela nell’introduzione Alexandre de Dánann
(l’autore di Mémoire du sang), Calmels era stato iniziato da
Wlodzimierz Badmajeff, uno dei membri del lignaggio mongolo buriato dei
Badma, principi ereditari, discendenti di Gengis Khan, nonché lama che
esercitavano la medicina tibeto-mongola, iniziati al Kâlachakra.
Questo
carteggio è stato fino ad oggi gelosamente custodito nel ristretto
ambiente guenoniano, il che non gli ha però impedito di essere sfruttato
da alcuni autori che ne hanno fatto a volte un vero abuso.
“Superiore Incognito” dell’Ordine Martinista in gioventù, Jean Calmels
parla, molti anni dopo, in termini enigmatici e profetici, di quest’ultima
fase del Kali Yuga, rivelando aspetti dottrinali tradizionali all’epoca
ancora mal conosciuti in Occidente e riguardanti zone geografiche che
sono divenute il teatro degli avvenimenti critici di questi ultimi
tempi.
In
questo carteggio e nel ricco apparato critico che lo accompagna si
tratta, fra l’altro: del misterioso inviato del Dalai Lama in Occidente,
Agvan Dorjeff; del Panchen Lama e del Bogdo Khan; di Gengis Khan e del
simbolismo del suo stendardo; delle “Torri del Diavolo”; di Agarttha; di
Shambala; del Kalki Avatara; delle profezie di Malachia e delle Centurie
de Nostradamus; del simbolismo del “Grande Hum” e del “Namtchouwandan”;
del prete Gianni, ecc. ecc.
Completano l’opera un documento risalente al periodo martinista di Jean
Clamels e uno studio inviato da Calmels a Jean Reyor nel 1944:
Quelques remarques à propos de l’œuvre de René Guénon. |